a Carla Cerbaso
Carla Cerbaso ha esordito lo scorso agosto con l’esposizione intitolata “Immagini daisogni”, a Francavilla al mare (CH), la cittadina dove vive con la sua famiglia.
Incontrare l’esperienza pittorica di Carla è un invito ad entrare in un mondo tanto femminile quanto ricco di sentimenti, pensieri, ricordi e miti che, con naturalezza e semplicità, sfida le convenzioni e le convenienze del visibile. I dipinti di Carla sono come pagine di un picture book interriore, fotogrammi di una pellicola che scorre o finestrini di un convoglio che viaggia mostrando panorami e paesaggi. L’uno dopo l’altro si susseguono, l’un l’altro s’integrano per dare vita a una storia al femminile, intensa e raffinata, tesa tra istinto e intuito, sospesa oltre i confini del tempo e dello spazio.
“Nulla si sa, tutto s’immagina” diceva Fernando Pessoa, una dichiarazione di poetica che condivideva anche Federico Fellini. Attraverso i ricordi e i sogni Carla oltrepassa la realtà nell’attimo stesso in cui la presuppone. Dinanzi ad ogni dipinto di Carla ci viene da dire come Paul Valery: “tutto comincia da un’interruzione”. E da questa interruzione fluiscono le immagini che, con suggestive sfumature e coinvolgenti riflessi, senza inizio e senza fine, sciolgono le catene, le
gabbie della realtà. Anche nelle raffigurazioni naturalistiche, spesso notturne o vagamente autunnali, come a suggerire il
carattere catartico, Carla manifesta chiaramente questa volontà irriducibile di andare oltre, lasciandosi alle spalle anche i brandelli degli ideali e della morale.
Ma non è una fuga: si tratta piuttosto
di una ricerca nel passato, nelle terre dell’onirico, per ritrovare il senso
del presente che è l’unica autentica fonte del futuro. Tant’è vero che una
parte notevole delle opere hanno titoli con un pronunciato profilo
introspettivo: “La meta”, “Dentro me”, “Da dietro un vetro”.
Ci soffermiamo dinanzi al dipinto “Sogni e ricordi” (che non a caso ha
svolto il compito di copertina dell’esposizione francavillese e per esplicita ammissione dell’artista è da considerarsi l’opera più rappresentativa): la coralità delle immagini ripercorre la vita di una donna, un arco di tempo tra l’età in cui fu figlia a quella in cui è madre, con una forza evocativa e una delicatezza del segno che avvicinano Carla Cerbaso ad un grande pittore come Marc Chagall. Ma attraverso quella misteriosa alchimia che unicamente la bellezza dell’arte può donare, anche a noi è afferta la possibilità di riscoprire, riconoscere nei
nostri ricordi, nei nostri sogni (soprattutto quelli ad occhi aperti) le
radici più profonde delle nostre vite. Questo è il grande valore della
pittura di Carla: raccontare, ricordare le esperienze della sua vita, della sua famiglia per darci passi, lampi, sguardi della nostra vita, della famiglia dell’umanità!
Maurizio
Di Palma
24
settembre 2011
Maurizio di Palma [scrittore]
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