Complessa Armonia
CARLA CERBASO / COMPLESSA ARMONIA
La mostra personale di Carla Cerbaso è esposta all’interno del castello Svevo di Termoli
dove le opere si fondono nella bellezza che domina la citta’.
Come si deduce dall’intitolazione e dal significato della parola armonia, nelle opere esposte si evidenziano una combinazione di elementi contrastanti che formano un tutto, producendo un effetto gradevole ai sensi in relazione alle forme, ai colori, allo stile e alle idee rappresentate.
La complessità, presente nella produzione sia pittorica che scultorea di Carla Cerbaso, delinea la figura di una giovane artista capace di trovare in ogni sua manifestazione artistica una compiutezza espressiva.
Per poter apprezzare e comprendere il messaggio creativo insito nelle opere, è necessario che lo spettatore si soffermi a riflettere sul senso introspettivo che si cela dietro il linguaggio pittorico; in realtà le opere sono frutto di un processo di astrazione sensibile che non consiste in una identificazione logica e oggettiva delle cose raffigurate, ma è la pura e semplice introspezione a determinare la qualità stessa della creazione di un’opera.
L’artista ha affermato:
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Attraverso l’armonia cromatica, l’utilizzo dei colori vivaci innaturali e puri, Carla Cerbaso tende a sottolineare l’importanza della forma, rispetto al significato dell’opera, ispirandosi all’arte primitiva, in genere ritenuta più istintiva e vitale, rifiutando in tal modo la pittura tonale tradizionale.
La stessa purezza del colore e semplificazione dei mezzi espressivi, è stata in passato adottata da un movimento artistico d’avanguardia: i Fauves.
L’opera dal titolo “Nuove armonie”, potrebbe ricordare la figura femminile che Derain Andre dipinse nel 1906, intitolata “Donna con camicia”, nella quale i colori caldi e freddi sono stati accostati tra loro in evidente contrasto e stesi a larghe campiture; in entrambe le opere la figura appare quasi caricaturale mettendo a nudo l’indole felina della donna.
L’esperienza estetica di ogni singola opera pittorica, insiste maggiormente su una introspezione psicologica legata al mondo femminile; non sono ritratti, ma molteplici volti in continuo dialogo con chi li osserva che instaurano un legame tra una figura e l’altra, come una “mistica intesa” tra donne arrivando in qualche modo ad evidenziare l’anima sensibile dell’artista.
Nell’opera “Oltre il mare” le due figure femminili sono proiettate in una dimensione onirica ed interpretativa della realtà, dove traspare tanta solitudine con le due maschere che sfiorano il viso delle donne che si potrebbero ipotizzare riferirsi alla componente morale del rapporto tra l’essere e l’apparenza. Come non citare il pensiero del filosofo Nietzsche facilmente associabile alla detta opera, secondo il quale “l’uomo non è per propria costituzione in grado di abbracciare l’essere e comprenderne il significato, ma può coglierne solo le maschere, ovvero l’apparenza”; tale affermazione costituisce un pensiero complesso che abbraccia le problematiche legate alla quotidianità del nostro modo di comunicare con il mondo, a causa del divario, tra apparenza e realtà.
In questo scenario, la figura femminile e? stata e continua ad avere un ruolo di primo piano per l’artista, in particolare nella sua dimensione armonica. I soggetti femminili sono riscontrabili anche nelle sculture di Carla Cerbaso, dove volti sono celati allo sguardo dell’osservatore, nascosti dalle contorsioni stesse dei corpi allungati, accovacciati, raccolti o distesi, di frequente in compagnia di figure maschili.
Sono opere di forte carica emotiva come quella intitolata “Siamo”, nella quale i due innamorati sono in comunicazione, pur senza potersi vedere, in quanto la loro vicinanza è nei sentimenti ed è come se le due figure divenissero un tutt’uno, anche se fisicamente distinte e plasmate nella materia.
Le sculture di Carla Cerbaso sono relazionabili allo spazio, caratterizzate da una profonda intimità e fanno parte della sfera emozionale di chi le osserva. Ruotando attorno ad ogni opera sarà possibile ammirare il movimento scultoreo dei corpi nella sua originalità esecutiva e la raffigurazione plastica che fa percepire i sentimenti insiti nell’essere umano, attraverso la fluidità materica e l’eleganza dei corpi stessi intrecciati tra loro.
Fra le sculture presenti in mostra è bene soffermarsi ad osservare l’opera che concettualmente racchiude l’intera esposizione intitolata “Complesse armonie”. La forza trasmessa dalla superficie modellata dei due corpi in questa occasione denota staticità, nel cui ambito sembra prevalere il possesso carnale della sfera emotiva rispetto alla fisicità dei corpi.
La ricerca artistica di Carla Cerbaso, è legata all’evoluzione della dimensione simbolica e dà origine ad interventi che rivelano la natura semantica di ogni forma espressiva rispetto al reale.
La visione armonica di forme e colori crea una “apparenza” similare alla realtà, perché l’arte in fondo è uno stato d’animo, una necessità etica e sulla base di questo pensiero è bene concludere con una citazione di Hélène Grimaud, secondo cui “Senza l’arte ci allontaniamo dalla natura e dal cosmo perché diventiamo sordi, ciechi, insensibili”
Annalisa Fanti
Annalisa Fanti [critico d'arte]
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